In questo vangelo della quinta domenica di quaresima viene presentato il più grande miracolo di Gesù: la resurrezione di Lazzaro. Fratello minore di Marta e Maria è anche un amico di Gesù. Lo dimostra il fatto che il Signore piange commosso, mostrando quindi la sua grande umanità e la sua grande empatia con tutte le vicende che ci portano dei dispaceri, come la morte stessa, che ci fa piangere quando muore uno dei nostri cari.
L’argomento potente di questo vangelo è quindi la vita, che Dio ci dona in quanto Gesù è più forte della morte e ci dona la resurrezione.
Gesù va oltre la vita biologica: infatti noi possiamo essere vivi, ma in realtà morti interiormente. Il Signore quindi va oltre: ci vuole guarire spiritualmente.
Gesù vuole molto bene al suo amico Lazzaro ed infatti viene chiamato quando è ancora malato. Tuttavia il Signore fa un discorso in apparenza strano sulla luce, dicendo che sono dodici le ore giorno. Perchè?
Perchè il tempo della Grazia è luminoso ed è ben definito, cioè è in accordo con i tempi di Dio, che spesso non sono i nostri tempi.
Infatti Gesù non accorre subito da Lazzaro, ma aspetta che lui muoia, perchè deve dimostrare qualcosa di più grande di una semplice guarigione; vuole darci cioè la vita quando essa è finita.
Questo succede anche nella nostra vita: quando tutto va male, tutto va a rotoli, sembra che Dio sia assente, che non voglia intervenire per aiutarci. Sembra a volte che Dio si sia dimenticato di noi, invece Lui ha un disegno più grande che procede secondo i Suoi tempi e non secondo i nostri: Dio non risolve i piccoli problemi; il Signore va in profondità per il risolvere l’enigma più grande, quello della morte.
Lazzaro viene fuori dal sepolcro quando sembra impossibile, quando già manda cattivo odore; Gesù infatti non ama le nostre barriere, ama noi. Ci ama nonostante le nostre barriere, anche quando ritieniamo di non essere amabili.
Gesù invece ci ama nonostante tutti i nostri peccati e le nostre maschere e va oltre il sepolcro entro cui ci nascondiamo.
Gesù dice a Lazzaro ed a noi: “Vieni fuori!”, cioè vieni alla luce insieme al Signore, per sperimentare nella vita di ogni giorno l’amore di Dio.
Davanti a Dio non dobbiamo nasconderci a causa dei nostri peccati. Cristo al contrario è venuto per tirare fuori ciò che è nascosto.
Come coppie il nostro compito è quello di testimoniare la Resurrezione, cioè l’esperienza di un amore senza condizioni l’uno per l’altra, l’Amore cristiano.
Quell’amore che ci consente, alla Sua presenza, di essere noi stessi e di amare senza limiti e senza difese il nostro coniuge e tutta la comunità cristiana.